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Gay & Bisex

DA VERGINE A PUTTANA 4 – Visita dal proctolog


di Foro_Romano
11.07.2025    |    2.804    |    5 9.9
"L’ano deve riprendere l’elasticità naturale” e le dita divennero due ed andavano avanti e indietro..."
La conoscenza (biblica) dei due focosi calabresi aveva aperto ulteriormente la mente del nostro Dario, l’adolescente iniziato dal suo ex professore Fausto, e non solo quella.
“Certo che si sono andati pesanti con te! Mi pento di averti mandato da loro. Me lo dovevo aspettare”.
“Ma no, che dice professore. E’ stata una prova difficile ma l’ho superata. Per me è stata un’esperienza grandiosa”.
“Non ne dubito, ma ti hanno certamente fatto molto male”.
“Beh, si, specialmente le volte che mi hanno scopato in due contemporaneamente, ma solo all’inizio, poi ho provato un immenso piacere. Più la prima volta che le successive, a pensarci bene. Lo rifarei volentieri”.
“Ma perché? Quante volte lo hanno fatto?”
“Due, tre, non so, poi tante altre volte lo hanno fatto singolarmente”.
“Quante?”
“Ho perso il conto. E’ stato un continuo: finiva uno e entrava l’altro. Ma, come le ho detto, dopo le prime volte il dolore è scomparso. Sentivo solo i loro siluri che mi fottevano come pazzi”.
“Immagino il piacere che hai provato, troietta”.
“Si, tantissimo, ma anche loro. E’ stato bellissimo vederli stravolti mentre si contorcevano ed esplodevano dentro di me. Adoro vedere uomini forti e potenti che mi usano ed in un secondo diventano palloni sgonfiati”.
“Certo che non ti facevano più male, eri così tanto gravido di sperma! E poi, ti hanno fatto un buco così largo che ti potrei fistare. Fortuna che non hai altre conseguenze”.
“In realtà ho un prurito debole ma costante”.
“E me lo dici adesso? Dal giorno che sei ritornato ti ho scopato tante di quelle volte. E’ stato molto più facile, non ho usato la crema anestetica, non ce n’è stato bisogno. Ti dava fastidio e non mi hai detto niente”.
“In realtà, mentre mi scopa il prurito sparisce”.
“Oppure sei così preso dal piacere che non ci fai caso”.
“Forse ma non sento niente anche subito dopo. Tutto ricomincia quando mi lavo dietro”.
“Certo. Non senti finché hai la sborra dentro. Ti lenisce il prurito. Devi andare a farti visitare, così staremo più tranquilli”.
“No, io mi vergogno”.
“Non c’è niente di cui vergognarsi”.
“Ma se il dottore capisce quello che faccio! No, mi vergogno”.
“Non passerà inosservato di certo. Aspetta. C’è un mio amico che mi sembra che conosca un proctologo che ha molti pazienti omosessuali”.
“Cosa è un proctologo?”
“E’ un medico specializzato in problemi al culo”.
“Ihihihih”.
“C’è poco da ridere. E’ una specializzazione seria”.
“Che posso farci? Mi fa ridere”.

Detto-fatto. Ha chiamato l’amico Tommaso, questo ha telefonato al dottore e preso l’appuntamento dopo appena due giorni. Nel tardo pomeriggio, dopo che l’ultimo paziente era andato via. Quando Dario ed il professore Fausto arrivarono, il medico era ancora occupato.
“Prego, accomodatevi in sala di attesa. Il dottore sarà presto da voi” ha detto la segretaria facendoli entrare. In sala c’era già un uomo. Un bell’uomo, alto anche lui, roscio e molto peloso, stando a quanto si vedeva sulle braccia e dall’apertura della camicia a maniche corte che indossava. Maturo, pressoché dell’età del professore.
“E tu che ci fai qui? Non mi avevi detto che saresti venuto. Tommaso, questo è Dario”. Si sono stretti la mano.
“Piacere”.
“Il piacere è tutto mio”, disse sorridendo. “Te lo sei scelto proprio bene il fanciullo! Ma che gli hai fatto perché gli servisse un proctologo… No, no, non dirmelo, posso immaginare”.
Dario si fece tutto rosso.
“C’è poco da immaginare, però non è colpa mia”.
“Ah no? Allora chi ti ha fatto male, piccolo?”
Fu Fausto a rispondere. “E’ una lunga storia. Lui è stato mio allievo quando si è diplomato”.
“E mi vuoi dire che non c’è niente tra voi? Ti sei lasciato sfuggire questo bel bocconcino?”
“Infatti, lui è il mio compagno. Si tratta delle conseguenze di un’avventura che ha avuto e che poi ti racconterò”.
“Ah, volevo ben dire! Trattalo bene. E tu? Se ti stanchi di lui rivolgiti pure a zio Tommaso, che ti accoglierà a braccia aperte”. Sorrisero.
In quel momento si aprì la porta dello studio e ne uscì il paziente. La segretaria si fece avanti.
“Se permette dottore io vado via”.
“Si, si, certo, loro sono amici. Ci penso io. Vada pure”. Anche lei uscì salutandoli con un cenno del capo.
“Caro Tommaso, benvenuto. Loro sono quelli di cui mi hai parlato”. Si fecero le presentazioni. “Venite, venite” ed entrarono tutti nello studio. “Allora, qual è il problema?”. Il medico era un uomo sui sessanta, dal fisico ben proporzionato.
“Ecco, lui è il mio compagno e ha un prurito persistente all’ano”.
“Vieni, calati i pantaloni e fammi vedere”.
Dario era in imbarazzo anche perché stavano tutti lì quando avrebbe dovuto essere una visita riservata, dato il motivo. Uno sguardo ed un gesto di Fausto lo rassicurarono e fece come gli era stato detto.
“Accidenti, qui è tutto arrossato e… vedo che sei stato molto usato, ragazzo. Diciamo pure. Ma niente di grave. Basta una crema lenitiva e passerà tutto presto”. Andò all’armadietto dei medicinali e prese un tubetto. “Eccola. Appoggiati al lettino che te la metto subito. Bravo, così. Apriti con le mani. Ok”.
Sarà stata la posizione assunta, sarà stato il gesto di aprirsi con le mani il sedere quasi ad offrirlo ai presenti, sarà stata la vista del dito del dottore che spalmava la crema sull’affascinante buchino, sarà stata la reazione di quest’ultimo che, toccato appena, si apriva e chiudeva come una richiesta muta di essere soddisfatto, fatto sta che gli astanti misero tutti una mano sulla loro protuberanza irrigidita nei pantaloni, medico compreso. Anzi, lo stesso proseguì lungamente e minuziosamente nel suo intento, arrivando ad entrargli dentro col dito.
“Va… meglio?”
“Si. E’ molto fresca!”
“Certo ma aspetta, ne metto ancora. L’ano deve riprendere l’elasticità naturale” e le dita divennero due ed andavano avanti e indietro.
“Ahh, ma che fa dottore?”
“Devo… metterti la crema… anche all’interno”. L’eccitazione dei tre uomini era al massimo.
Un verso di soddisfazione da parte del ragazzo. “Ahhh, siii, che bello. Non mi da più fastidio. Mi piace. Si, dottore, continui, la prego. Mmmm. Che mi succede?”
“Adesso, se permettete, ho diritto di precedenza”. Mentre l’attenzione di tutti era concentrata sul sederino di Dario, senza che se ne accorgessero, si era tirato fuori il cazzo dai pantaloni e se lo andava segando piano. Si raddrizzò col busto, si ricoprì il membro con la stessa crema e lo puntò all’orifizio boccheggiante.
“Vogliamo provare se tutto è tornato a posto?”
“Si, si, dottore. Proviamo. Ho tanta voglia…”
Afferrato saldamente per i fianchi, il cazzo, duro e nodoso, gli entrò dentro fino in fondo, piano ma deciso.
“Aaahhh, siii, bellooo”.
“Ecco di che hai voglia, piccola troia. Non c’è stato bisogno di dirlo. Il tuo buco spanato lo dice chiaramente”.
La velocità dell’inculata aumentò sempre più, provocando intensi brividi di piacere a tutti e due”. Anche gli altri se lo tirarono fuori anzi, si spogliarono completamente senza mai staccare gli occhi da quello spettacolo osceno. I gemiti dell’uomo e i deboli lamenti di piacere del ragazzo non facevano altro che aumentare la libidine. Gli altri due astanti incitavano alla monta. Dopo qualche minuto la mazza gli venne tolta di colpo dal buco con uno schiocco.
“Fantastica, sei una puttana fantastica, ragazzino. Non voglio venire subito”.
Dario si contorceva dal piacere. “Ancora, ancora, vi prego”. Si mise in ginocchio sul pavimento, afferrò le altre due mazze per segarle e succhiarle, con parossismo.
“Che puttana! Che troia! Che ciucciacazzi! Che gran bocchinaro!”. I complimenti si sprecavano.
Il signor Tommaso si sdraiò in terra a gambe larghe offrendo ancora il robusto bastone alla bocca del frocetto che, messosi in ginocchio tra quelle cosce sode ricoperte di pelo rosso e presolo in mano, se lo infilò subito in bocca, tendo il culetto sollevato pronto per chi voleva approfittarne.
“Eccomi maialino mio. Prendi” e il professor Fausto lo inforcò fino in fondo, come sapeva essere gradito.
“Mmmm” gemette il ragazzo, inarcandosi un po’ e senza smettere di ciucciare il per lui nuovo pisello. Alcuni minuti di dura cavalcata durante i quali anche il medico glielo mise in bocca, alternandosi con Tommaso.
Quest’ultimo volle anche lui ficcarglielo in culo, così Dario si portò in avanti sfilandosi il cazzo del professore e sedendosi su quello dell’amico e scendendo fino a che il suo culetto non toccò gli ispidi peli dell’inguine. L’uomo prese a sbatterselo con furia con potenti spinte dal basso, tenendolo per i fianchi.
“Cazzooo, che buco rotto! Ti si può scopare senza problemi. Si vede che ti piace, vero?”. Il suo viso era un eccitante misto di espressioni di dolore e di piacere.
“Si, siii, mi piaceee” e dal suo pistolino partirono dei brevi schizzetti che andarono ad imbrattare il pelo sul petto dell’uomo, ma nessuno sembrò farci caso, attenti più a raggiungere il proprio piacere.
“Scopatemi, scopatemi. Sono la vostra troia. Si, sono troia, troiaaa”.
Fausto si spostò davanti e, tenendogli ferma la testa tra le mani, iniziò a fotterlo veloce in gola. Il medico non poteva stare solo a guardare in attesa che si liberasse un buco, così gli andò dietro, piegò le gambe in modo che la cappella fosse all’altezza del forellino già ampiamente occupato e, senza alcuna remora, entrò dentro anche lui spaccandogli completamente il culo.
Dario gridò, ma aveva la bocca ostruita e sopraggiunse subito dopo il piacere di essere usato da tre maschi, di poterli soddisfare contemporaneamente. Furono minuti di monta selvaggia, le espressioni più luride piovvero sul ragazzo, che aveva le lacrime che gli rigavano le guance mentre veniva per la seconda volta senza toccarsi. Una manciata di minuti che portarono ognuno dei tre uomini ad esplodere in un orgasmo quasi in contemporanea dentro quell’adolescente ninfomane, riempiendolo di calda crema spumosa.
Tutto si fermò e, quando si furono svuotati anche dell’ultima goccia, sfilarono lentamente i cazzi umidi e barzotti lasciando un gran vuoto nei due buchi, dove entrava l’aria e da dove ne colavano fuori le tre sborre. Il professore gli carezzò una tempia, passandogli le dita nei capelli. Si sorrisero.
“Adesso non fa più male, vero?”
Da allora, anche gli altri due divennero suoi amanti, da soli o insieme.

(Il presente racconto, essendo di carattere erotico, ha il solo scopo di eccitare i nostri istinti animali ma non per questo va preso alla lettera. Le stesse cose si possono fare con le dovute precauzioni. Non fate mai sesso senza preservativo: non rovinatevi la vita ma non mancate di godervela il più possibile. Buona sega a tutti).
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